Scrivere a mano per recuperare l’Human Touch

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Il giornale di scientia Atque usus

Dall’Usus alla Scientia

HUMAN TOUCH E SCRITTURA 

Ha ancora senso scrivere a mano?
La difficile relazione tra ‘tocco umano’ e progettazione di nuove tecnologie

Articolo pubblicato il: 15 ottobre 2021

Di cosa parla questo articolo?

«La mano è la finestra della mente» 

Immanuel Kant

 

La scrittura a mano è uno strumento essenziale di approfondimento e riflessione in grado di attivare un’interazione continua tra elaborazione astratta, mentale – tipica dell’essere umano – e gli strumenti in suo possesso. Supporti funzionali ad esprimere la sua creatività, individuare bisogni e dar vita a molteplici progetti e iniziative. L’articolo mette in evidenza la forte relazione tra la condizione dello scrivere a mano e il “tocco umano” (Human touch), ovvero la capacità e l’intelligenza dell’individuo e della collettività di ideare, progettare e sviluppare soluzioni nutrendosi di tradizioni, tecniche e manualità che affondando le radici in un passato lontano ma ancora presente.

Il progetto in breve

Scrivere ai tempi del digitale: dalla scrittura a mano agli assistenti vocali

 

Il progetto prevede la realizzazione di un corso di formazione per fare il punto sull’impatto che la scrittura a mano, la scrittura digitale e la scrittura attraverso la voce hanno sull’attività dell’uomo, sulla sua capacità di pensare, concentrarsi, contestualizzare e decodificare un’informazione, condividere elementi di conoscenza all’interno dell’ambito lavorativo; sulla sua capacità, quindi, di intervenire in maniera consapevole la realtà che lo circonda.

 

Da sempre le tecnologie rappresentano per l’umanità un elemento imprescindibile. Ci affiancano nelle nostre attività, ne potenziano la forza e l’impatto sulla realtà, abilitano nuove capacità, facilitano la trasformazione del territorio. Dietro alla loro progettazione, tuttavia, ci sono grammatiche che condizionano fortemente il comportamento antropico, trasformano la natura delle aree cui sono applicate e rischiano di meccanizzare non solo i paesaggi, ma anche l’uomo che li abita (intesi come sistemi complessi di elementi biotici e abiotici). In questo senso, ridefinire le tecnologie significa mettere le persone (con i loro bisogni e le loro esigenze) al centro della progettazione, per favorire un’automazione generativa di una nuova idea di società e di territorio.

Dalle ricerche condotte dal Lab Center for Generative Communication, emerge che, se da un lato le nuove tecnologie della comunicazione stanno permettendo all’uomo di avvicinare il pensiero all’azione, alla realizzazione e all’intervento sulla realtà, dall’altro stanno incidendo profondamente sulle grammatiche stesse del suo pensiero.  Non è un caso, infatti, che sempre più spesso ci ritroviamo a delegare ai dispositivi tecnologici di utilizzo quotidiano – dagli smartphone ai personal computer –, agli algoritmi e agli automatismi ad essi sottesi, scelte e decisioni di primaria importanza, impoverendo così la capacità dell’essere umano di osservare, progettare e, soprattutto, intervenire sull’esistente.

Le ricerche del Lab Center for Generative Communication sul tema del “tocco umano”

A tal proposito si rimanda alla pubblicazione del volume “Realtà aumentate. Esperienze, strategie e contenuti per l’Augmented Reality”  e degli articoli 

  • Luca Toschi (2019). Who is afraid of robots? Who is afraid of professors?. CARACTERES, pp. 238-249
  • Luca, Toschi (2015). Cuando las nuevas tecnologias dejen de ser nuevas, ‘que’ sera’ de nosotros?. HACHETETEPÉ, pp. 15-28
  • Toschi, Luca (2015). Il digitale che voleva cambiare il mondo. IN-FORMAZIONE, pp. 16-27

e alla partecipazione – tra gli altri – ai progetti: Sii-Mobility (Supporto all’interoperabilità integrata per i servizi ai cittadini e alla pubblica amministrazione), San Casciano Smart Place, Firenze Smart Place, Pedoni digitali.

In che modo la scrittura a mano può aiutarci a recuperare e potenziare lo Human Touch?

La scrittura a mano ha un forte impatto sull’attività dell’uomo, sulla sua capacità di pensare, concentrarsi, contestualizzare e decodificare un’informazione, condividere elementi di conoscenza all’interno dell’ambito lavorativo; sulla sua capacità, quindi, di intervenire in maniera consapevole sulla realtà che lo circonda.

La scrittura a mano si caratterizza come strumento essenziale di approfondimento e riflessione. Essa incarna e realizza la relazione tra l’elaborazione astratta, mentale, tipica dell’essere umano e gli strumenti in suo possesso – dalle proprie mani fino alle soluzioni tecnologiche più innovative – funzionali a dar vita ai suoi progetti, alle sue iniziative. 

Recuperare e valorizzare la scrittura a mano significa ridefinire la progettazione delle nuove tecnologie ponendo al centro il ‘tocco umano’, garanzia di un saper fare che è frutto di un’intelligenza nutrita di conoscenza e antichi saperi che non sono solamente un patrimonio da tutelare, ma soprattutto un tesoro da attualizzare e rafforzare, grazie ai vantaggi che i processi di automazione possono offrire. 

Avere la possibilità di scrivere su un foglio bianco a “mano libera” – con la facoltà di muoversi liberamente, usare frecce, simboli, colori e, soprattutto, avere la percezione di intervenire immediatamente sul testo senza l’intermediazione di una tastiera – supporta chi scrive nella fase di formalizzazione e iniziale creazione di ciò che mentalmente sta elaborando. 

In questo modo la scrittura a mano diventa conoscenza e leva per la centralità del giudizio critico e della progettualità umana; un’attività necessaria ad assicurare un’ideazione e uno sviluppo di nuove tecnologie che abbia al centro la dimensione sociale, culturale, politica ed economica di ogni disegno o progetto. Un tavolo di lavoro primario per elaborazioni impastate di ‘tocco umano’ (Human touch).

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Ha ancora senso scrivere a mano?

Negli ultimi mesi il Lab Center for Generative Communication ha avviato un’indagine dal titolo “Ha ancora senso scrivere a mano?” che ha coinvolto circa 600 persone. Tale attività mira ad individuare le abitudini d’uso legate alla scrittura dei diversi soggetti coinvolti, con particolare riferimento a:

  • tipologia di scrittura usata nei diversi contesti (lavoro, tempo libero, studio); 
  • vantaggi e svantaggi individuati nell’uso di una o più tipologie di scrittura adottate (a mano, attraverso una tastiera, con la voce);
  • motivazioni legate alla scelta di una particolare tipologia di scrittura per la realizzazione di azioni specifiche.

 

I risultati sono stati emblematici. 

Il 92% dei soggetti coinvolti ritiene che la scrittura a mano sia ancora molto utile e che dovrebbe essere recuperata sia sul posto di lavoro, che all’interno delle normali attività quotidiane (prendere appunti, annotare informazioni, comunicare con una persona lontana etc.). 

Tra le motivazioni emerse a supporto dell’utilità della scrittura a mano, meritano particolare attenzione soprattutto le seguenti affermazioni: 

La scrittura a mano 

  • migliora l’apprendimento, la selezione, la memorizzazione di un testo e la rielaborazione dello stesso;
  • permette di esprimere più liberamente i propri sentimenti ed entrare in contatto con la propria interiorità;
  • supporta lo sviluppo di processi di brainstorming;
  • permette di chiarirsi le idee su un argomento complesso;
  • permette di dare sfogo e condividere la propria creatività.
“Scelgo la scrittura a mano quando avverto il bisogno di prendermi del tempo per me”

Tuttavia, uno degli elementi maggiormente interessanti della ricerca proposta è proprio quello che mette in evidenza la capacità della scrittura a mano di “rallentare” il tempo, di metterci in relazione con noi stessi, di coltivare e manifestare la nostra creatività.

La sua “lentezza”, i movimenti brevi e sequenziali, infatti, risultano molto funzionali ad avviare un dialogo con noi stessi e ad avviare una vera e propria analisi dei nostri pensieri, dei bisogni e delle esigenze da chiarire e a cui, in un secondo momento, trovare una risposta.

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“Nell’ambito dell’organizzazione familiare, preferisco scrivere con carta e penna. In questo modo ho l’impressione di avere il controllo sui miei impegni perché ho davanti a me un vero e proprio oggetto tangibile sempre a portata di mano che mi ricorda cosa devo acquistare, gli impegni dei figli , le scadenze da rispettare”

Il tema della scrittura a mano richiama immediatamente quello della memoria e della sua dimensione fisica e tangibile. Scrivere su un supporto cartaceo o digitale, ma estremamente mimetico del cartaceo (si vedano le ultime sperimentazioni legate alla digital handwriting: Moleskine Smart Writing Set, Montblanc Augmented Paper , Lenovo Yoga Book, STAEDTLER Digital pen 2.0, Microsoft Surface Pro 7 e Surface Pen, Apple Pen per Ipad pro solo per fare alcuni esempi) comporta, infatti, l’inaugurazione di un genere archetipico di “memento”: un invito a non dimenticare di compiere una determinata azione, di tentare di raggiungere uno specifico obiettivo etc. In questo modo la carta scritta diventa a tutti gli effetti un metronomo che scandisce le nostre giornate e, soprattutto, definisce alcune delle priorità da tener presente e rispettare.

“Quando scrivo a mano scelgo con più attenzione le cose di cui parlare e il modo in cui affrontarle. È come se la fatica dell’atto dello scrivere mi spingesse a selezionare cosa dire e a chiarirmi meglio le idee a proposito di una specifica questione”

Altro nodo di notevole rilevanza è quello relativo alla controversa relazione tra la memoria (attività tipica dell’uomo), l’organizzazione degli spazi in cui conservare i dati e le informazioni raccolte (si vedano i tanti modi in cui sono organizzati gli schedari, le biblioteche personali, gli scaffali delle nostre librerie etc.) e la memorizzazione (attività tipica delle macchine): la capacità potenzialmente infinita di salvare file e materiale multimediale in server collocati nei posti più disparati del globo terrestre. Appare evidente che l’organizzazione degli spazi “abitati” da testi scritti a mano sia totalmente diversa da quella delle aree adibite all’archiviazione di materiale digitalizzato.

“Sono uno all’antica. Per feste e compleanni scrivo ancora biglietti e lettere a mano perché mi sembrano molto più personali”

Altro tema centrale emerso dai risultati della ricerca è quello della relazione tra scrittura a mano e personalizzazione di un messaggio. Un testo scritto di proprio pugno – una lettera, un atto notarile etc. – attraverso la propria calligrafia, è ancora vissuto come una firma. La tendenza dell’essere umano a lasciare tracce di sé, del suo passaggio, della sua testimonianza trova nella scrittura manuale uno strumento di manifestazione concreta ed efficace.

“Scrivo a mano perché così riesco realmente a manifestare la mia creatività”

Il tempo della creatività: è questo l’elemento strutturalmente permeante la scrittura a mano. Tale tempo rappresenta il delicatissimo punto d’incontro fra la capacità di intervenire qui, ora, e il respiro di un passato che si propone non come nostalgica base per resistere all’innovazione, ma come ispirazione continua per edificare il futuro su fondamenta solide, che non hanno niente a che fare con l’improvvisazione, con l’usa e getta, ma si presentano come valore sicuro su cui poter investire. Scrivere a mano significa riappropriarsi della natura esistenziale ed interiore del tempo, come orizzonte del pensiero e della conoscenza, e ad individuarlo come sinonimo di creatività e qualità.

Come si scrive ai tempi del digitale?

L’interesse suscitato dai dati dell’indagine ci ha suggerito l’ideazione di una nuova iniziativa: la progettazione di un corso di formazione dedicato alla scrittura ai tempi del digitale. Con l’obiettivo di fare il punto sull’impatto che la scrittura a mano, la scrittura digitale e la scrittura vocale hanno sull’attività dell’uomo, sulla sua capacità di pensare e agire. 

Il corso si caratterizza anzitutto come occasione per creare una comunità di soggetti estremamente variegata che, pur agendo in settori molto diversi tra loro, sono accomunati da un interesse comune: legittimare e valorizzare l’utilizzo della scrittura nell’orizzonte del loro lavoro e della loro quotidianità.

Questo ci permetterà di studiare da vicino che tipo di relazione si sta instaurando, o potrebbe instaurarsi, tra lo scrivere “a mano” – una lettera, un biglietto, un lenzuolo – vedi tempi di chiusura covid – ecc … senza supporti digitali – lo scrivere attraverso un device (uno smartphone o un computer ecc…) e la ridefinizione dell’atto stesso di scrivere attraverso la voce. 

L’obiettivo è duplice: 

  • da un lato, in una prospettiva più mirata, mettere in evidenza come le diverse tipologie di scrittura influenzano il modo di pensare, agire e interpretare la realtà dell’uomo, nella convinzione che la scrittura a mano è un decisivo strumento cognitivo, un presupposto imprescindibile per l’esercizio del giudizio critico e della progettualità umana; 
  • dall’altra, in una prospettiva più ampia, ribadire la necessità di una diversa concezione nel disegno e nello sviluppo delle nuove tecnologie, centrata sulla dimensione sociale, culturale, politica ed economica dell’innovazione. Un tavolo di lavoro primario ispirato al principio del ‘tocco umano’ (Human touch).

Riconoscere e valorizzare lo Human Touch, che differenzia l’uomo da altre forme di vita

L’umanità custodisce qualcosa di completamente unico e irriproducibile presso tutte le altre esistenze biotiche o abiotiche.

È difficile definirlo, ma facile vederne gli effetti.

Se le macchine e gli algoritmi possono solo produrre ciò per cui sono stati programmati o riprodurre sé stessi, diffondendo infinite copie uguali tra loro, una delle caratteristiche fondamentali dell’uomo è proprio la dimensione generativa, ovvero la possibilità di dare avvio ad un nuovo progetto, ad una scrittura e riscrittura continua delle nostre azioni, ad un’analisi e un monitoraggio degli effetti che tali azioni hanno sul mondo che ci circonda. Queste caratteristiche di libertà e vitalità sono alla base del ‘tocco umano’ (Human Touch) e rappresentano gli aspetti più intimi di ciò che comunemente consideriamo vita: processo non lineare, libertà di divergere, relazionarsi con un sistema per cambiarlo e trasformarlo seguendo la propria creatività e il proprio progetto.

Ripartire dallo scrivere a mano può essere una via per riscoprire lo ‘Human touch’, quell’intelligenza che si nutre di tradizione, manualità, di quel patrimonio diffuso di saperi e tecniche che affondano le radici in un passato lontano e che caratterizza e accomuna i membri di una specifica comunità. In questo senso è ciò che negli ambiti più disparati dell’operare umano – pensiamo all’agricoltura e all’artigianato – definisce i rapporti, la loro irriproducibilità, il disegno del loro sviluppo, in definitiva la loro unicità.

I progetti di scientia Atque usus

Gruppo Operativo Olimpolli Montagnani Aumento della produttività olivicola attraverso l’impollinazione assistita​ 

Un progetto per creare una comunità d’interesse intorno ad una innovativa sperimentazione volta a promuovere l’adozione delle nuove tecnologie – tra cui i droni – nel settore olivicolo.

Gruppo Operativo TINIA

Agricoltura di precisione per le PMI cerealicole 

Un progetto per creare una comunità d’interesse per promuovere e sperimentare l’adozione di pratiche di Agricoltura di Precisione nelle aziende agricole di piccole e medie dimensioni.

Master in Comunicazione Medico-Scientifica e dei Servizi Sanitari​

Un Master object oriented che pone al centro i bisogni di conoscenza dei progetti che animano e orientano il percorso formativo e consulenziale

Oltre l’emergenza: una nuova strategia di comunicazione per l’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) basata sul differenziamento dei pubblici

Un progetto per costruire una relazione nuova tra i dati raccolti e prodotti dal mondo scientifico e le decisioni prese dal mondo della politica

Bibliografia a supporto dell’articolo

  • Ascoli, F., (2020), La penna in mano. Per una storia della cultura manoscritta in età moderna, Firenze, Leo S. Olschki. 
  • Biasetton, F., (2018), La bellezza del segno. Elogio della scrittura a mano, Roma, Editori Laterza.  
  • Cardona, G., R., (1981), Antropologia della scrittura, Torino, Loescher. 
  • Clayton, E., (2014), Il filo d’oro: storia della scrittura, Torino, Bollati Boringhieri. 
  • Karavanidou, E., (2017), Is Handwriting relevant in the digital Era? in “Antistasis”, vol. 7(01), p.p.153-167.
  • Martin, H., J., (1988), Storia e Potere della scrittura, Roma, Laterza.
  • Mueller P.A., Oppenheimer D.M., (2014), The Pen Is Mightier Than the Keyboard: Advantages of Longhand Over Laptop Note Taking, in “Psychological Science” vol.25, p.p 1159- 1168.
  • Pennebaker, J.W, Smyth, J.M., (2017), Il potere della scrittura. Come mettere nero su bianco le proprie emozioni per migliorare l’equilibrio psicofisico, Milano, Tecniche Nuove.
  • Picchione, J., (2017), La scrittura, il cervello e l’era digitale, Macerata, Eum.
  • Toschi, L. (2019). Le intelligenze ‘vecchie’ delle ‘nuove’ tecnologie. L’analfabetismo socio-funzionale. In Orefice, P., Mancaniello, M.R., Lapov, Z., Vitali, S. (Eds) Coltivare le intelligenze per la cura della casa comune. Scenari transdisciplinari e processi formativi di cittadinanza terrestre, Pensa MultiMedia Editore, Lecce, pp. 86-100.
  • Turkle, S., (2005), La vita sullo schermo, Milano, Apogeo education.

Consulta la sAu Library

“scientia Atque usus” si avvale di un sistema di gestione e sviluppo generativo di conoscenze: la sAu Library. 

Al suo interno confluiscono tutti i risultati dei progetti di ricerca che vedono direttamente coinvolti i ricercatori del Center for Generative Communication (CfGC) e i partner – afferenti al settore produttivo, alla ricerca, alle istituzioni, alle organizzazioni e al terzo settore – che ogni giorno lavorano gli uni al fianco degli altri per trovare soluzioni a bisogni ed esigenze reali

Nell’ottica di creare una comunità di pratiche e saperi, i ricercatori del CfGC hanno deciso di mettere a disposizione di chi ne avesse bisogno il catalogo delle risorse – riviste, testi, articoli scientifici, tesi di laurea, tesi di Dottorato, prodotti audio-visivi etc. – che costituiscono il cuore pulsante della sAu Library.

Segnalaci i progetti, gli argomenti e le problematiche sulle quali stai lavorando.

Provvederemo a cercare all’interno del catalogo della sAu Library le risorse – scritte, audio, video – che potrebbero aiutarti!

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Sarai presto contattato/a tramite email o telefonicamente da un ricercatore del CfGC che, dopo aver consultato il catalogo della sAu Library, ti metterà in condizione di conoscere le risorse per te maggiormente utili.

 

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